Vaccinazione Covid nei pazienti allergici
lunedì 7 febbraio 2022
Nota su dubbi e perplessità
É assolutamente vero che la scienza e le visioni scientifiche mutano e mai è stato così vero come nell’ambito del COVID-19 e delle reazioni avverse al vaccino per COVID-19.
In alcuni ambiti si fa riferimento all’impossibilità di vaccinare i pazienti allergici, citando in modo incompleto normative di legge (circolare 4/8/2021) che prevedono questo solo nel caso di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti di tutti i vaccini per COVID 19 a disposizione, dopo valutazione allergologica.
I clinici hanno subito cercato di identificare quali fossero i pazienti a rischio. Si è quindi rapidamente capito che i pazienti a rischio non sono quelli che genericamente hanno una storia di allergie (anche di anafilassi), ma coloro i quali hanno una storia compatibile con allergia agli eccipienti contenuti nei vaccini e che sono presenti anche in altri farmaci.
Sono stati identificate due altre potenziali categorie di pazienti che potevano essere interessate da reazioni al vaccino. Si trattava di pazienti con una particolare sindrome, la mastocitosi, che espone il paziente ad una reattività abnorme a diversi stimoli anche fisiologici e non necessariamente allergici e i pazienti con asma non controllata.
La comunità scientifica ha successivamente elaborato degli algoritmi diagnostici che consentano di stimare il rischio e di identificare i pazienti a rischio di reazione ai vaccini. Sono state anche messe a punto delle metodiche diagnostiche che potessero consentire di verificare nei soggetti con storia di sospetta allergia la possibile presenza di sensibilizzazione agli eccipienti del vaccino. Pertanto su tali problematiche già a febbraio 2021 le idee erano sufficientemente chiare in quanto erano stati pubblicati articoli ed elaborate delle linee guida che consentissero di vaccinare in maniera sicura e protetta la popolazione.
L'ASUFC ha prontamente costruito dei percorsi dedicati alla valutazione finalizzata alla possibilità o meno di proporre la vaccinazione COVID 19 con uno dei vaccini a disposizione, completamente gratuiti e gestiti direttamente senza necessità di appuntamenti tramite CUP a carico dell’utente, e per questo snelli e che consentissero in maniera efficiente ed efficace di:
1. Identificare i soggetti a rischio.
2. Eseguire lo screening per possibile allergia agli eccipienti del vaccino.
3. Effettuare le vaccinazioni in seduta protetta in ambiente ospedaliero per quei pazienti in cui vi potevano essere fattori di rischio di reazioni, anche in assenza di allergia agli eccipienti del vaccino.
Pertanto già nella primavera del 2021 per la comunità scientifica degli Allergologi e Immunologi Clinici l’allergia o le reazioni gravi - anche anafilattiche - non costituivano in maniera generica una indicazione all’esenzione del vaccino.
L’anafilassi, infatti, è una modalità di presentazione clinica di reazioni immediate che possono riconoscere o meno un meccanismo immunoallergico.
Nel caso del vaccino per COVID-19 è importante individuare i soggetti a rischio di presentare allergia alla componente vaccinica, i pazienti con potenziale mastocitosi e i soggetti con asma non controllata.
Per una prima valutazione è anche sufficiente la storia clinica supportata da questionari idonei ad evidenziare gli elementi anamnestici critici o che stimino, come nel caso dell’asma, l’attività di malattia e la terapia in atto.
Solo per una parte dei pazienti si rende necessaria una valutazione clinica e allergometrica e solo per alcuni pazienti si rende necessaria la vaccinazione in seduta protetta.