Malattie trasmesse dalle zecche

Le zecche

Le zecche appartengono alla famiglia degli acari; hanno dimensioni molto piccole (alcuni millimetri) e un colore bruno scuro. Sono parassiti temporanei di numerosi animali, selvatici e domestici, e occasionalmente aggrediscono l’uomo. Vivono preferibilmente in ambienti boschivi, umidi e ombreggiati, ricchi di vegetazione spontanea e letti di foglie secche. Sono frequenti anche nel sottobosco, nei prati incolti e nelle zone di passaggio della fauna selvatica; spesso si trovano  lungo i sentieri poco battuti, mimetizzate fra l’erba e i cespugli.

Il ciclo vitale

Le zecche hanno un ciclo vitale complesso che dura circa due anni durante i quali si trasformano da larva ad adulto. Necessitano di pasti di sangue per completare l'evoluzione biologica ma possono resistere, anche per lunghi periodi di tempo, a digiuno assoluto. Il pasto di sangue (durante il quale rimangono costantemente attaccate all'ospite) è più frequente in primavera, estate e inizio autunno; è molto lento e può protrarsi anche per alcuni giorni.

Sono presenti in tutta la regione ed è più facile trovarle ad altitudini inferiori ai 1000 metri. Sono più attive dalla primavera all'autunno inoltrato soprattutto nelle ore più calde della giornata. Talvolta si possono trovare anche in inverno, alle quote più basse, prive di neve. In Alto Friuli la densità delle zecche è maggiore nelle zone orientali.

Perché sono pericolose?

Durante il pasto le zecche possono contagiare l'uomo con diversi microrganismi nocivi per la salute. Nel nostro territorio sono responsabili della trasmissione della Borrelia (che causa la Borreliosi di Lyme o malattia di Lyme), dell' Ehrlichia (che causa l'Erlichiosi) e del virus dell'encefalite da zecche (chiamata anche TBE) .

Borrelliosi di Lyme o malattia di Lyme

L'infezione da Borrelia inizia di norma (ma non obbligatoriamente) con un arrossamento della pelle, che si manifesta nella zona del morso, dopo circa due settimane . Tale arrossamento non è doloroso e tende a ingrandirsi progressivamente; per questo motivo è chiamato eritema migrante. Se non viene curata in questa fase la malattia può progredire e, negli stadi successivi, interessare anche seriamente le articolazioni, il sistema nervoso, il cuore e altri organi interni.
La malattia di Lyme può essere trattata in modo efficace con una specifica terapia antibiotica.

Ehrilichiosi

L'ehrlichiosi è una infezione che può facilmente passare inosservata. Nei casi sintomatici si manifesta con febbre e sintomi simil influenzali, associati a dolori muscolari, nausea e vomito. Nelle persone più debilitate può complicarsi e interessare vari organi interni.

Malattia di Lyme e l'Ehrlichiosi: come evitare le zecche

Poiché non esiste un vaccino né per la malattia di Lyme né per l'Ehrlichiosi è importante ricordare che per evitare le zecche:

  • è opportuno camminare sempre al centro dei sentieri, evitando ogni contatto con l'erba e la vegetazione
  • è importante indossare un abbigliamento di colore chiaro (che rende evidente la presenza delle zecche), preferendo indumenti con maniche lunghe e pantaloni lunghi, avendo cura di infilare questi ultimi nelle calze e di salvaguardare i piedi con scarpe chiuse e alte sulle caviglie
  • le parti scoperte possono essere protette con i prodotti repellenti comunemente impiegati contro gli insetti. L'utilizzo di tali prodotti è però sconsigliato nei bambini e in gravidanza
  • in caso di lavoro o sosta prolungata in aree a rischio è consigliato effettuare periodici controlli sui vestiti e sul corpo (ogni 3-4 ore), per individuare tempestivamente l'eventuale contatto con le zecche
  • al rientro da un'area a rischio è utile effettuare un'accurata ispezione in tutto il corpo e ricorrere all'aiuto di un'altra persona per accertare la presenza di eventuali zecche anche nelle parti più difficili da esaminare, come la schiena e il cuoio capelluto.

Se troviamo una zecca attaccata alla pelle

E' importante non toccarla a mani nude ma usare i guanti o un fazzoletto, e non applicare sopra di essa alcuna sostanza. Per asportarla è opportuno non schiacciarne il corpo ma rimuoverla con una trazione lieve e decisa, senza strappi, usando un'apposita levetta.

Se una parte della zecca rimane infissa nella pelle può  essere tolta   come un qualunque corpo estraneo;  tale eventualità non è tuttavia pericolosa per la trasmissione delle malattie trasmesse da zecca. 

Solo dopo la rimozione della zecca occorre disinfettare la parte interessata.

  • la probabilità di ammalarsi è bassa se la zecca viene rimossa rapidamente (entro 24-48 ore);
  • la data dell' asportazione va annotata e riferita al medico qualora insorgano problemi di salute;
  • l'assunzione di antibiotici a scopo preventivo dopo il morso di zecca è sempre sconsigliata.

Encefalite da zecca (TBE)

La TBE (Tick-Borne Encephalitis) è una grave malattia virale che può colpire il sistema nervoso centrale e periferico (encefalo, meningi e midollo spinale). Esordisce a distanza di circa 8 giorni dal morso di zecca, presentandosi con sintomi similinfluenzali che durano all'incirca 4 giorni. Nel 20-30% dei casi, dopo un intervallo di benessere, si manifesta la seconda fase della malattia, caratterizzata da febbre alta, forte mal di testa, nausea, vomito e gravi disturbi neurologici.

Dall'anno 2004 si sono registrati casi di infezione da TBE virus. Successivamente anche le indagini di siero-prevalenza condotte in alcune popolazioni campione e gli studi di prevalenza del virus nelle zecche, hanno permesso di definire i confini delle aree a rischio.
A tutto il 2013 sono stati registrati dal sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive n. 76 casi di meningoencefalite da TBE:
attualmente circa la metà dei soggetti con infezione da TBE virus, non è residente nelle aree montane.

Poiché il responsabile della Tick-Borne Encephalitis (TBE) è un virus e non esiste una cura per la TBE, il miglior modo per prevenirla è la vaccinazione, consigliata a chi vive, lavora o frequenta abitualmente le zone alpine e prealpine del triveneto o dell'Austria e Slovenia.

La vaccinazione dovrebbe essere iniziata nel periodo autunnale in modo da essere protetti per il periodo estivo; infatti il calendario di vaccinazione prevede l'esecuzione di 3 dosi nel primo anno e un richiamo dopo 3 anni. La protezione contro il virus della TBE comincia a formarsi solo dopo la 2° dose. Il vaccino è disponibile presso gli ambulatori Vaccinazioni delle Aziende Sanitarie.

A partire dall'anno 2013 grazie al DPR 163/2012 la Giunta regionale ha decretato la gratuità della vaccinazione contro l'infezione da TBE a favore di tutti i cittadini residenti nel Friuli Venezia Giulia.

Per saperne di più

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi:

  • al medico curante
  • alla Guardia Medica
  • al proprio farmacista
  • al Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda Sanitaria - Medicina Preventiva nelle Comunità