Clinica Ginecologica di Udine: eseguiti i primi due casi di Elettrochemioterapia

 martedì 17 gennaio 2023

Nei giorni scorsi sono stati eseguiti presso la Clinica Ginecologica di Udine i primi due casi di Elettrochemioterapia in due pazienti affette da recidiva di tumore vulvare, non suscettibili di ulteriori trattamenti standard. Questa tecnica permette migliori aspettative di vita e forte riduzione dei sintomi dolorosi e trova indicazione nel trattamento palliativo dei tumori vulvari in stadio avanzato e/o recidivi.

Il carcinoma vulvare è una neoplasia rara, con un’incidenza del 4% tra tutti i tumori ginecologici e dello 0,3% tra le neoplasie femminili. È una malattia che insorge più frequentemente in pazienti anziane (dai 75 anni in su). La terapia è influenzata dall’età e spesso consiste nella chirurgia associata con la radioterapia.

Nonostante questa associazione di terapie, circa nel 33% dei casi si verificano recidive che limitano le opzioni terapeutiche. In pazienti con recidiva, il trattamento chirurgico e/o radioterapico hanno dei forti limiti e spesso non sono fattibili. Soprattutto perché questa tipologia di tumore insorge prevalentemente in donne anziane, in cui una chirurgia estremamente demolitiva non è perseguibile. Inoltre, è impossibile ripetere la radioterapia se le pazienti sono già state sottoposte a terapia radiante nella stesso distretto corporeo mentre la chemioterapia è poco efficace in questa tipologia di neoplasia.

In questi casi, gli studi hanno dimostrato l’efficacia e la semplicità dell’applicazione del trattamento con Elettrochemioterapia, con netto miglioramento della qualità di vita delle pazienti. L’Elettrochemioterapia si è mostrata efficace nell’allungamento delle prospettive di vita e, soprattutto, nella forte riduzione della sintomatologia; si trattata infatti di una malattia estremamente dolorosa. L’Elettrochemioterapia è una procedura innovativa che combina l’elettroporazione reversibile con la chemioterapia endovenosa, utilizzando uno specifico device che eroga impulsi elettrici e che viene posto direttamente a contatto con il tumore. Il fenomeno dell’elettroporazione reversibile, ossia l’aumento transitorio della permeabilità di membrana delle cellule tumorali indotto dal campo elettrico, amplifica di oltre 300 volte il trasporto delle molecole del farmaco chemioterapico che, somministrato per via endovenosa, si concentra all’interno del tumore ottenendo quindi un’azione mirata nel tessuto neoplastico. Complessivamente parliamo di una procedura poco invasiva della durata massima di 45 minuti/1 ora e con una ripresa immediata delle pazienti.