Innovativo progetto finalizzato a promuovere l'adesione alle procedure sanitarie
Nel mese di ottobre e novembre, in corso presso la sala di simulazione radiologica del CSAF un progetto promosso da ASUFC che prevede un percorso strutturato di avvicinamento all'ambiente ospedaliero delle persone con disturbi del neurosviluppo, finalizzato a ridurre l'ansia procedurale e migliorare l'adesione alle cure mediche. Lo studio utilizzerà metodologie evidence-based (video modeling, supporti visivi, esposizione graduale) per preparare i soggetti coinvolti all'esecuzione di esami radiodiagnostici, avvicinando tempo stesso il personale dell'ospedale ai bisogni di questa particolare popolazione.
Percorso strutturato di avvicinamento all'ambiente ospedaliero promosso da ASUFC
Le persone con disturbi del neurosviluppo affrontano quotidianamente sfide significative nell'accesso alle cure mediche, un paradosso che la ricerca scientifica ha ampiamente documentato: nonostante presentino tassi più elevati di problemi di salute fisica e mentale rispetto alla popolazione generale, ricevono cure di qualità inferiore. Questa disparità nasce da una complessa interazione di fattori neurobiologici, comportamentali e ambientali che creano barriere all'adesione alle procedure mediche necessarie. Le difficoltà di comunicazione, l'ipersensibilità sensoriale, la rigidità comportamentale e l'ansia procedurale si intrecciano con barriere sistemiche, impedendo un accesso efficace ai servizi sanitari. Nel contesto specifico delle procedure radiologiche, queste sfide si amplificano: l'ambiente ospedaliero, gli stimoli sensoriali intensi, l'imprevedibilità delle sequenze procedurali e la necessità di rimanere immobili creano condizioni particolarmente critiche.
L'obiettivo del progetto, coordinato dalla Dott.ssa Lesa e dal Dott. Zorzi, è implementare e validare un approccio sistematico che, attraverso strumenti evidence-based e adattamenti individualizzati, permetta di ridurre significativamente il distress associato agli esami diagnostici e migliorare l'adesione procedurale, garantendo così a queste persone il diritto fondamentale a cure mediche adeguate. 33 persone con disabilità e disturbi dello spettro autistico, stratificate secondo i livelli individuali di distress e randomizzate in modo bilanciato tra gruppo sperimentale e controllo, verranno coinvolte in simulazioni presso la sala di simulazione radiologica del CSAF, attraverso sessioni progressive di intervento organizzate in sottogruppi, per garantire un approccio personalizzato e flessibile che riconosca l'unicità di ogni persona e la necessità di adattamenti specifici alle caratteristiche individuali.
Un elemento cardine del progetto è il coinvolgimento attivo dei tecnici di radiologia, figure professionali cruciali nel determinare il successo delle procedure diagnostiche. Il loro ruolo sarà centrale nella messa in atto di sostegni ambientali (modifiche sensoriali, adattamenti spaziali), nell'utilizzo di strategie comunicative facilitate, e nella gestione flessibile dei tempi procedurali, trasformandoli da meri esecutori tecnici a facilitatori attivi del processo di cura.