Estate: attenzione al rischio da calore e alla radiazione solare nei lavori all'aperto

L’aumento delle temperature può avere un impatto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori impegnati nelle attività all’aperto, provocando malori, peggiorando condizioni patologiche pre-esistenti o aumentando il rischio infortunistico a causa di una riduzione delle capacità fisiche e cognitive.

Come gestire il rischio da esposizione a calore e radiazione solare e programmare le indispensabili misure di prevenzione e protezione?

Di seguito alcune misure da adottare.

Inoltre, è disponibile il documento approvato in data 19.06.25 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province “Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”.

Decalogo delle misure di prevenzione e protezione

  1. individuare e valutare i rischi legati al calore e alle radiazioni solari. Il datore di lavoro e il Servizio di Prevenzione e Protezione individuano le misure da adottare al fine di ridurre il più possibile i rischi derivanti dall’esposizione a calore in ambienti di lavoro outdoor, le procedure specifiche per attuare suddette misure e la definizione delle figure che vi debbono provvedere.
  2. consultare il bollettino di previsione e allarme ondate di calore per la propria città nei giorni ad elevato rischio riducendo l’attività lavorativa nelle ore più calde (dalle ore 12:00 alle 17:00) e programmando le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata.

Arpa - Ondate di calore

  1. Garantire la disponibilità di acqua fresca (14/16 °C) in contenitori individuali raccomandando ai lavoratori di idratarsi anche prima di iniziare il lavoro; istruirli sulla necessità di bere poco ma frequentemente anche in assenza del senso della sete (in caso di sudorazione prolungata prevedere che possano essere fornite bevande che contengano il giusto equilibrio di elettroliti per integrare quelli persi, in accordo con il medico competente aziendale).
  2. Prevedere pause brevi ma frequenti ed invitare i lavoratori a rispettarle. Garantire ai lavoratori luoghi ombreggiati o climatizzati, anche mettendo a disposizioni ombrelloni o gazebo per le attività svolte all’aperto, in cui trascorrere le pause di interruzione del lavoro.
  3. Mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione DPI e indumenti protettivi quali ad es. copricapo a falda larga e indumenti leggeri e traspiranti valutando altresì, di concerto con i lavoratori e il medico competente, la possibilità di adottare indumenti da lavoro refrigeranti. Nel caso di utilizzo di DPI che ostacolano la respirazione e l’evaporazione del sudore (es. operatori impegnati nella bonifica di materiali contenenti amianto), programmare pause di lavoro in ambienti più freschi e/o ombreggiati evitando le ore più calde della giornata.
  4. Informare e formare i lavoratori sui rischi correlati al caldo e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. Gli operatori devono ricevere raccomandazioni relative agli indumenti da indossare, l’importanza di mantenersi idratati, sui fattori di rischio individuali e sulla gestione dei sintomi legati alle patologie da calore. È importante che tale attività formativa venga svolta in una lingua compresa dai lavoratori.
  5. Quando possibile, evitare che i lavoratori operino da soli promovendo il reciproco controllo. Se ciò non è possibile è consigliabile adottare un sistema di monitoraggio degli stessi e fornire strumenti per chiedere soccorso.
  6. Se possibile, fornire ai lavoratori veicoli con cabine chiuse climatizzate (trattori, camion, caricatori, gru, etc…).
  7. Prevedere un programma di acclimatamento graduale e programmare una turnazione tale da limitare l’esposizione dei lavoratori. Per un buon acclimatamento Sono necessari dai 7 ai 14 giorni, è importante che in caso di ondata di calore i lavoratori neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un'assenza prolungata inizino con un progressivo carico di lavoro.
  8. garantire la sorveglianza sanitaria per valutare lo stato di salute dei lavoratori in particolare per quelli che presentano patologie croniche (malattie della tiroide, asma e bronchite, patologie cardiovascolari, obesità, disturbi psichici e malattie neurologiche, diabete, malattie renali), i minori e le donne in gravidanza.

Radiazioni Ultra Violette: come proteggersi

Oltre al caldo, l’esposizione ai raggi UV della radiazione solare ha diversi effetti negativi più o meno gravi e le persone che lavorano all’aperto sono particolarmente esposte a questi danni. Gli effetti acuti vanno dall’arrossamento della cute (eritema) alle ustioni cutanee e oculari, gli effetti cronici sono rappresentati da lesioni oculari di diverso tipo, invecchiamento cutaneo, lesioni pre-cancerose e tumori maligni della pelle.

Per approfondire:

Come proteggersi

L’Indice UV è una misura della radiazione UV; la scala varia dal valore 0 a 11+ e viene generalmente suddivisa in categorie che indicano il livello di rischio per la salute. Più alti sono i valori dell’Indice UV più alto è il rischio di danno per l’occhio e per la pelle. Per valori da 3 in su sono necessarie appropriate misure di protezione.

  • Limitare o evitare l’esposizione al sole nella fascia oraria centrale della giornata. La componente UV dei raggi solari è più intensa tra le 11 e le 15 (ora legale).
  • Rimanere all’ombra. Quando la radiazione UV è più intensa rimanere all’ombra ed evitare il più possibile la radiazione riflessa (ad es. sabbia, acqua).
  • Indossare abiti e dispositivi adatti a proteggersi dal sole: cappello a falda larga, abiti, occhiali da sole che filtrano entrambe le componenti UV-A e UV-B possono essere degli utili strumenti di protezione della pelle e degli occhi.
  • Sulle zone esposte e quando non è possibile rimanere all’ombra utilizzare una crema solare che protegga sia dagli UV-A che dagli UV-B con un alto fattore di protezione e ri-applicarla quando necessario durante l’attività lavorativa.

Il fattore di protezione e gli altri dispositivi vanno scelti in relazione al fototipo (il fototipo della pelle è una scala di classificazione che identifica la capacità della pelle di produrre melanina, il pigmento responsabile del colore della pelle e della protezione contro i raggi UV) e al tipo di attività svolta.