Servizio di interruzione volontaria della gravidanza
In Italia la donna può richiedere l'interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione (12 settimane +5 giorni) per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Questo intervento è regolamentato dalla Legge 194/78, che descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso di richiesta di interruzione di gravidanza:
- esame delle possibili soluzioni dei problemi proposti
- aiuto alla rimozione delle cause che porterebbero all'interruzione della gravidanza
- compilazione della certificazione
- invito a soprassedere per sette giorni, in assenza di urgenza
Esistono due tecniche per eseguire una interruzione volontaria di gravidanza:
- metodo farmacologico
- metodo chirurgico
L’interruzione volontaria di gravidanza attraverso il metodo farmacologico è' una procedura medica, distinta in più fasi, che si basa sull'assunzione di due principi attivi diversi, il mifepristone (meglio conosciuto come RU486) e una prostaglandina, a distanza di 48 ore l'uno dall'altro. In Italia è possibile ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico entro i primi 63 giorni di gestazione (9 settimane + 0 giorni). La procedura viene eseguita in regime di Day Hospital.
Se esistono controindicazioni alla procedura farmacologica, se la paziente non desidera la procedura farmacologica o se la gestazione è oltre il 63° giorno, la gravidanza viene interrotta con il metodo chirurgico, in regime di Day Hospital. L’intervento si svolge in sedazione. E’ possibile inserire contestualmente una spirale (Cu-IUD o lng-IUS) o posizionare un impianto sottocutaneo progestinico.
Qualunque sia il metodo prescelto, le pazienti vengono dimesse con l’appuntamento per il controllo post-procedura e la valutazione del metodo contraccettivo scelto.
La programmazione della procedura può avvenire tramite invio da parte del Ginecologo Curante, del MMG o accesso spontaneo da parte della paziente c/o l’Ambulatorio ad Accesso Diretto (Padiglione 7, piano 3): in questo caso verrà verificata la documentazione, eseguita l’ecografia di datazione, compilata la certificazione e programmato il DH. Alle pazienti che si recano in Consultorio, verrà fissato il DH direttamente dai Colleghi che eseguono la visita in tale sede.
L’interruzione del II trimestre di gravidanza (anche detta “aborto terapeutico”), cioè dopo i primi 90 giorni, può essere praticata quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna o quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
La paziente spesso è già seguita negli Ambulatori di Diagnosi Prenatale della Clinica e viene accompagnata nel processo decisionale, con l’offerta delle indagini diagnostiche e delle consulenze necessarie per una scelta consapevole.
Le donne seguite esternamente alla Clinica possono recarsi in Segreteria (Padiglione 7, piano terra, ala sud, dal luendì al venerdì dalle 8:00 alle 13:30) per richiedere un colloquio con il medico, che illustrerà tempi e modi per procedere ad una eventuale interruzione di gravidanza.